direttori creativi di mitù

INTERVISTA A CARLO DI DONATO E DARIO MANZAN, I DIRETTORI CREATIVI DI MITÙ

Lunedì 17 settembre si è svolta una delle tappe del Wella Colletion Show, occasione in cui abbiamo avuto il piacere di collaborare con il gruppo Mitù (vedi gli show degli anni precedenti). I Direttori Creativi di Mitù Carlo di Donato e Dario Manzan, insieme a diversi hair stylist associati hanno mostrato ad un pienissimo Teatro Nazionale di Milano la loro nuova collezione Fall/Winter 2018/2019: Inside (My) Time.

 

Abbiamo così colto l’occasione per porgli alcune domande in un’intervista che parla di loro e di Mitù, due aspetti apparentemente separati ma che in fondo si sovrappongono.

Da un anno siete diventati i Direttori Creativi di Mitù, uno dei più importanti gruppi di hairstyling in Italia. Come è stato affrontare questo grande incarico?

Aver ricevuto l’incarico come Direttori Creativi di Mitù è stato per noi un grande orgoglio; allo stesso tempo sapevamo che sarebbe stato un ruolo che richiedeva molto impegno con un mondo di cose nuove da scoprire, conoscere ed imparare. Ma la passione e l’unione che c’è tra di noi ci sta aiutando ad affrontare il tutto con grande serenità.

Qual è lo stile del gruppo Mitù? Cosa lo contraddistingue?

Lo stile di Mitù è molto riconoscibile, rappresenta una donna elegante e femminile, raffinata e attenta ai repentini cambiamenti della moda.

Raccontateci un po’ la vostra storia… da dove siete partiti? Avete sempre voluto lavorare in questo campo?

Dario: da parte mia c’è sempre stata una grande passione per il mondo della moda e della bellezza. Ho da subito cominciato a studiare; ho frequentato una scuola per hairstylist e un’accademia che mi hanno dato le basi. In seguito ho aperto il mio salone e pian piano, frequentando percorsi con Wella, mi sono fatto conoscere. Grazie anche alla mia tenacia e alla fiducia di molte persone che ho conosciuto nel mio percorso, sono cresciuto, ho sviluppato le mie competenze ed oggi sono qui a raccontare che tutti ce la possiamo fare. L’importante è metterci la passione, fare molti sacrifici, essere umili e usare sempre il cuore!!

Carlo: anch’io sono cresciuto con una grande passione per il mondo del beauty, frequentando delle accademie dove mi sono formato inizialmente come make-up artist. Ho lavorato come freelance per importanti brand del fashion; in questo modo ho rafforzato le mie competenze per poi fare i miei primi passi anche nel mondo dell’hairstyle. Mi sono innamorato di questo mondo e ho continuato i miei percorsi con Wella, lavorando dapprima come stilista, poi nel comitato artistico di Mitù ed ora, con Dario, come direttori creativi di Mitù. Sono d’accordo con Dario sull’importanza di metterci sempre passione, cuore e mantenere una grande umiltà.

Ci sono difficoltà nel lavorare in due? Come è il vostro rapporto professionale?

Ci conosciamo da più di dieci anni, ma abbiamo consolidato il nostro rapporto professionale e personale negli ultimi 5/6 anni, da quando siamo entrati a far parte del comitato artistico di Mitù. Siamo diventati grandi amici e seppur molto diversi andiamo molto d’accordo e siamo sempre in sintonia nelle scelte professionali. Quelle poche volte che ci sono dei contrasti scaturiscono delle idee geniali.. quindi ben vengano!! Ci supportiamo, condividiamo un sacco di interessi anche al di fuori dell’ambito lavorativo. Ci piace viaggiare, esplorare nuove culture e prendere ispirazioni da tutto ciò che ci circonda rendendoci un duetto perfetto. Fare squadra per noi è molto importante. L’unione di più persone, più menti e più cuori è sicuramente sinonimo di grandi successi ed molto più facile raggiungere obbiettivi ambiziosi.

Il 17 ottobre avete presentato la vostra collezione f/w 2018/19  “Inside (my) time” nel Wella Collection Show a Milano che ha avuto molto successo. Quali sono state secondo voi le caratteristiche fondamentali della collezione e quali sono le nuove tendenze moda?

Alla base delle nostre collezioni, quest’ultima in particolare, c’è sempre un grande lavoro di ricerca. Una collezione non è fatta solo delle immagini finali, ma di un vero e proprio percorso volto a ricercare quali sono le tendenze dal mondo dell’arte, del cinema, della musica e non per ultima del fashion. Da qui partiamo a sviluppare quello che è il concept. L’ispirazione per questo a-i parte dagli anni ‘50, per passare ai ’60, strizzando l’occhio agli anni ’80; è un viaggio nel tempo dove la bellezza fa da padrona. Le forme prendono ispirazione da un icona degli anni ’60, Jackey Kennedy: linee morbide, volumi e forme inconsuete e contemporanee. Si arriva poi a look più azzardati che richiamano la collettività alla “cyborg-mania”.

Anche la fluidità della palette colori si ispira ad effetti molto naturali con un giusto mix di nuances che valorizzano la texture dei capelli. Biondi caldi e freddi si miscelano insieme con dolci touch più naturali, castani caldi con venature caramellate, sino ad arrivare ai ramati intensi e vibranti sapientemente dosati con sfumature color ghiaccio.

Nel finale dello show avete realizzato uno switch. Carlo hai terminato l’acconciatura iniziata da Dario e viceversa. Da dove è partita l’idea dello scambio? Cosa volevate comunicare ai vostri associati?

Lo switch finale nasce un po’ per gioco, un po’ per rappresentare il nostro condividere quotidianamente idee, progetti e stile. Spesso quando creiamo insieme capita che “rubiamo” uno la modella dell’altro per dare dei piccoli touch che rendano le nostre creazioni uniche. Con questo segnale volevamo comunicare ai nostri associati che la condivisione è fondamentale in un team, permette di ottenere dei risultati che da soli, probabilmente non riusciremmo a trovare, e ci da una visione delle cose con una prospettiva completamente diversa.

Quali sono i vostri progetti futuri?

I nostri progetti futuri? Beh diciamo che siamo un po’ pazzi ed ogni giorno ci svegliamo con idee nuove, però continueremo a lavorare sicuramente con l’obbiettivo di sviluppare sempre più la qualità dei nostri saloni, le competenze e il servizio “tailor made” che da sempre contraddistingue Mitù.

Published by