Vittorio Ceccoli gioielli: Quando la creatività diventa brand.
Anelli, bracciali, collane, ma anche diademi, cerchietti e orecchini. Potremmo definirli accessori, gioielli. Ma, senza paura di cedere all’esagerazione, possiamo chiamare quelle di Vittorio Ceccoli “opere d’arte” che hanno la peculiarità di riuscire ad abbinarsi sia all’armonia del corpo femminile, sia alla fisicità del corpo maschile.
Vittorio Ceccoli stupisce non solo per la bellezza delle sue creazioni, ma in particolare per la sua attenzione al dettaglio e per la straordinaria contemporaneità.
Conosciamo oggi, attraverso una breve intervista, Vittorio Ceccoli che è riuscito a fare della sua creatività un brand.
Partiamo dagli esordi: quando hai capito che questa era la tua strada?
Fin da bambino ho sempre avuto la testa sulle nuvole, o almeno questo era quello che dicevano le insegnanti a scuola; in realtà pensavo a cosa creare appena tornato a casa. Ho sempre amato costruire qualsiasi cosa con qualsiasi materiale a me accessibile, poi da più grande, finiti gli studi ho fatto parte di un’azienda leader nel campo della moda dove ho imparato l’arte della saldatura e dell’incastonatura, e dopo 13 anni mi sono reso conto di essere in grado di fare veri e propri gioielli! Sentivo che la mia strada era quella delle mie creazioni, delle mie idee e ho sentito il bisogno di dimostrare a chi non ci credeva, che era in errore. Questa è stata la spinta che ha dato il via alla realizzazione di un sogno!
Che studi hai seguito?
Come studi ho frequentato l’ISAB (Istituto Statale d’Arte di Bologna).
Dalle tue prime creazioni (come ad esempio la linea Munk o i vari teschi, tutti realizzati con un’impronta più rock) a quelle di oggi, notiamo un cambiamento di stile. Forse c’entra il tuo incontro con la tua compagna, Beatrice?
In realtà facevo riproduzioni di fiori e animali anche prima di conoscere Beatrice, ma indubbiamente lei è riuscita ad aggraziare il mio stile, ha un po’ smussato il mio essere più aggressivo; ma ogni tanto non rinuncio alla creazione di un pezzo unico, non per tutti.
Come sei riuscito ad affermarti, così giovane, in una città attiva sia a livello artistico sia a livello artigianale come Bologna?
Secondo me, per farcela, bisogna inventare o creare qualcosa di innovativo e originale, e in quello sono abbastanza bravo; in più mettici anche una spalla solida come Beatrice, professionista nel commerciale e raffinata nei gusti, e hai la combinazione magica! Se poi ci aggiungi che ci amiamo, questo aggiunge quella dose di amore nelle cose che faccio, che le distingue dalle altre.
Come hai cominciato ad affacciarti al mondo della moda?
Con le prime fiere a Parigi insieme a Beatrice ho avuto modo di tuffarmi nel mondo della moda.
La scelta della Natura come musa può sembrare quasi scontata, eppure le tue creazioni risultano sempre innovative e mai ovvie. A cosa ti ispiri maggiormente per riuscire a mantenere la freschezza che caratterizza i tuoi gioielli?
Il mondo della natura ha già di suo milioni e milioni di soggetti da rappresentare; io cerco di dargli un mio stile, di raffigurarli visti con i miei occhi e fatti con le mie mani, utilizzando metodi di saldatura piuttosto complicati, che rendono anche difficile la riproduzione da una mano inesperta.
Quali sono i materiali che prediligi? E quali sono i tuoi pezzi preferiti?
Come materiale io utilizzo solo l’ottone e gli Swarovski: l’ottone è facile da modellare e da saldare, e unito a dei mosaici di Swarovski si impreziosisce l’opera. È possibile poi rodiare l’ottone in modo da fargli prendere il colore desiderato, oro, argento, rame, bronzo, ecc… Mi affeziono spesso alle mie creazioni, ma se devo dirne una che preferisco è che mi rappresenta, senza dubbi è la linea Munk. La linea che mi diede l’idea di fare questo per il resto della mia vita.
Quanto tempo richiede una creazione?
Le mie creazioni partono da un’oretta per quelle più semplici fino ad arrivare ad opere che mi hanno richiesto anche due intere giornate…
Recentemente sei diventato padre. Questa esperienza ha rinnovato il tuo percorso artistico in un qualche modo?
Indubbiamente tutte queste emozioni dell’arrivo di mio figlio Leonardo hanno scaturito qualcosa nel mio percorso artistico; infatti già da quando era ancora nella pancia di Beatrice, mi ha ispirato la linea delle cicogne che portano il fagottino blu o rosa a seconda del sesso del neonato in arrivo. Un’idea molto carina e originale che è stata subito apprezzata da svariati negozi prestigiosi.
Concludiamo con un classico: Il tuo sogno nel cassetto è…?
Beh il mio sogno sarebbe sposarmi con Scarlett Johansson, ma Beatrice non vuole… Quindi niente! 🙂
Vittorio Ceccoli.
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